LA FALEGNAMERIA? E’ UN’ARTE… MA CHI E’ IL FALEGNAME?

LA FALEGNAMERIA? E' UN'ARTE... MA CHI E' IL FALEGNAME?

LA FALEGNAMERIA? E’ UN’ARTE… MA CHI E’ IL FALEGNAME?

In che cosa consiste esattamente la lavorazione del legno? 

Senza alcun dubbio è qualcosa che ha a che fare con la passione. I falegnami intravedono infatti già nel legno grezzo l’aspetto di un mobile, il design di una stanza, i dettagli di un oggetto decorativo, o tutto quello che un’idea può suggerire. Quindi la falegnameria è un’arte, a tutti gli effetti.

Ma chi è il falegname? 

Il falegname più illustre della storia è sicuramente San Giuseppe, che divenne in seguito il santo protettore della categoria. Se dal campo storico ci spostiamo a quello fiabesco, troviamo un altro personaggio conosciutissimo da grandi e piccini: Geppetto. Costui come tutti sanno, dette vita a Pinocchio, che da burattino di legno si trasformò in un bambino in carne ed ossa. Nessun falegname sarebbe realmente in grado di compiere un simile prodigio, possibile soltanto nel mondo della fantasia, ma questo mestiere, nelle sue espressioni più alte, richiede notevoli capacità da parte di chi lo esercita.

Tuttavia, non tutti i falegnami fanno o facevano le stesse cose con la medesima abilità, ma diversificano il lavoro secondo la propria perizia e opportunità di lavoro. In passato, chiunque esercitasse questa professione doveva essere in grado di saper fare un po’ di tutto: senza l’ausilio di macchine, lavorando solo con pochi attrezzi rudimentali, quali trapani manuali, seghe, pialle, martelli, chiodi, raspe, e altri arnesi, riusciva a costruire armadi, letti, comodini, bauli, madie e ogni altro oggetto di legno gli venisse richiesto, tanto che alcuni, all’occorrenza, costruivano anche le bare.

I lavori di questi artigiani potevano essere modesti o di semplice fattura, perché richiesti da persone con limitate possibilità economiche, ma molti potevano produrne di ben più eleganti e pieghevoli, con intarsi e intagli, che rendevano il mobile un vero oggetto d’arte, destinato, naturalmente, a clienti più facoltosi. I falegnami che arrivavano ad esprimere al meglio la propria abilità costruttiva, adoperando legni pregiati, venivano detti anche ebanisti. Tra questi c’erano dei veri artisti.

Oggi, con l’avvento della tecnologia, il mestiere del falegname è molto cambiato. L’uso di macchinari sofisticati e l’ingresso del computer nelle fabbriche, hanno reso meno duro il lavoro e dato rapidità ai tempi di esecuzione dei manufatti. Tuttavia il lavoro in fabbrica, pur essendo facilitato dall’uso delle macchine, è più che mai alienante.

Nel lavoro a catena ognuno ha una mansione specifica: c’è chi taglia, chi leviga, chi vernicia, chi assembla, ma nessuno generalmente sa costruire un mobile intero. Comunque, nonostante la maggior parte dei mobili sia fabbricata in serie, ancora c’è chi produce artigianalmente mobili di alta qualità: curati nei minimi particolari e costruiti solo con legni pregiati, quali il noce, il castagno, il ciliegio, ecc. Il falegname, in questo modo, dall’inizio alla fine è artefice del proprio lavoro. Egli inizia col scegliere le tavole, la taglia secondo le esigenze, le pialla e le leviga.

Successivamente lavora e assembla le tavole secondo un disegno precostituito, fissandole con colla ed eventuali chiodi. Si passa poi alla stuccatura, per eliminare i difetti delle connessioni. Una volta levigato con l’uso di carta vetrata, il mobile viene verniciato e lucidato. Un discorso a parte merita il restauratore di mobili, perché in questo caso dovrà avere ulteriori capacità, dimostrando di essere un bravo tornitore, per ricostruire parti rotondeggianti o affusolate, o un bravo intagliatore, per ricostruirne dove ne mancano o secondo le esigenze. E’ evidente quindi, che il falegname deve essere un artigiano versatile, capace di arte, praticità e fantasia.

(fonte: www.mestieriartigiani.com)